Secondo il rapporto sulla trasparenza dell’azienda, Google ha rimosso l’incredibile cifra di 749 milioni di collegamenti all’Archivio di Anna dai suoi risultati di ricerca. Questa rivelazione, inizialmente riportata da TorrentFreak, evidenzia la crescente tensione tra i detentori dei diritti d’autore e le piattaforme che facilitano l’accesso ai contenuti piratati.

Anna’s Archive opera come un motore di ricerca decentralizzato per “biblioteche ombra” – archivi online che ospitano materiale protetto da copyright liberamente accessibile senza il permesso dei titolari dei diritti. Pensatela come una Pirate Bay specificatamente dedicata a libri, articoli e altre opere letterarie tipicamente trovate dietro pagamento.

Anche se l’Archivio di Anna in sé non archivia i contenuti piratati ma agisce semplicemente come una directory, la sua popolarità ha suscitato una forte resistenza da parte dei detentori dei diritti d’autore. Penguin Random House è tra i numerosi editori che hanno presentato richieste di rimozione a Google, insieme a oltre 1.000 singoli autori che cercano di sopprimere i collegamenti alle loro opere protette da copyright ospitate su queste librerie ombra.

L’enorme volume di richieste di rimozione rivolte all’Archivio di Anna è sorprendente: quasi il 5% di tutti i 15,1 miliardi di richieste di rimozione che Google ha elaborato dal 2012. Questa cifra diventa ancora più significativa considerando che l’Archivio di Anna è stato lanciato solo alla fine del 2022.

Ironicamente, la visibilità della piattaforma potrebbe presto aumentare nonostante questi sforzi per seppellirla. Meta (ex Facebook) si è recentemente trovata coinvolta in polemiche per l’utilizzo di contenuti piratati provenienti da piattaforme come Anna’s Archive per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale. Questa battaglia legale sul fair use e sul copyright nel contesto dello sviluppo dell’intelligenza artificiale porterà probabilmente l’Archivio di Anna alla ribalta, sollevando ulteriori domande sull’accesso alle informazioni e sull’equilibrio tra i diritti di proprietà intellettuale e la condivisione pubblica della conoscenza.

Questa confluenza di eventi – la soppressione proattiva di Google, l’utilizzo controverso di Meta e il dibattito legale in corso sulla formazione sull’intelligenza artificiale – suggerisce che l’Archivio di Anna rimarrà un punto focale nel panorama in evoluzione della legge sul copyright e dell’accessibilità digitale.